LE NUVOLE SI DIRADANO

Quanto possiamo influenzare gli altri con i nostri pensieri? Quanto le nostre preghiere possono essere potenti? C’è poco da razionalizzare quando si parla di certe cose, si tratta solo di sentire ciò che ci detta il cuore, il centro del nostro essere, la porta per accedere alla parte più reale e infinita di noi, quella porta che lascia passare una luce capace di fendere le nuvole più scure.

Questa è una storia di nuvole pesanti che, per quanto siano riuscite a portare il buio nella mente di una persona a me vicina, sono state spazzate via da un giorno all’altro con l’amore di chi gli è stato vicino ed ha ardentemente desiderato il suo bene.

A volte un susseguirsi di eventi negativi e/o emotivamente stressanti possono davvero mettere in ginocchio un essere umano, dissipare ogni briciolo di vitalità e lucidità, tagliando i ponti che esistono tra l’individuo, con il suo corpo, i suoi sensi, le sue facoltà, e lo spirito che li governa; è come se il capitano di una nave in mezzo alla tempesta fosse sbattuto lontano dal timone perdendo i sensi e lasciondola in balia delle onde per un pò.

E così al culmine del suo malessere vidi per la prima volta in vita mia uno sguardo del genere (e ne ebbi davvero paura): guardando i suoi occhi vitrei, privi di luce, era come se mi stessi affacciando sull’orlo di un baratro buio e profondo in cui il suo sè fosse precipitato, lasciando vuoto il corpo.

Furono giorni tesi, dolorosi, per noi che gli stavamo vicino e nemmeno i due tentativi di affidarci a uno psicologo sortirono alcun effetto. Bensì son sicuro che le preghiere di chi gli stava vicino furono l’aiuto migliore.

In quel periodo avevo appreso e stavo provando già da un pò una forma di preghiera rafforzata dal potere delle immagini: per sviluppare compassione ponevo le mie mani davanti al cuore, un palmo di fronte all’altro, come se stessi tenendo una sfera e visualizzavo il mondo sospeso in mezzo; immaginavo di avvolgerlo e infonderlo di una luce benefica con il pensiero rivolto a tutta l’umanità, alla natura e al pianeta stesso, pensando a tutto ciò come parte di me, a ogni essere umano come un fratello.

Allora pensai di fare lo stesso visualizzando specificatamente la persona cara che stava male, quindi la immaginavo tra le mie mani che le infondevano luce, energia, guarigione. Quello per diversi giorni fu il mio modo di pregare per lei.

Infine sembrò che nel giro di pochi giorni le nuvole si fossero diradate, lasciando trapelare di nuovo bagliori di luce. Il senso di paura e angoscia svanì del tutto e quello che venne dopo fu solo l’inizio di una vita destinata a diventare migliore, più piena. E per il modo in cui è prodigiosamente venuta fuori da quel buio dell’anima, noi che le stavamo vicino non possiamo considerarlo altro che un miracolo. Non posso e non voglio pretendere di dire che furono solo le mie preghiere a salvarla, tutta la famiglia, ognuno a suo modo, son sicuro che lo facesse, ma questo è solo il modo in cui personalmente ho vissuto l’esperienza.

Tra l’altro fu proprio in quel periodo, in uno di qui momenti di preghiera che avvertì per la prima volta una spinta, una forza invisibile tra i palmi delle mani, ma molto tangibile, simile a quella che si avverte avvicinando due poli magnetici dello stesso segno. Quella forza che secondo le antiche conoscenze orientali permea ogni cosa e ogni essere e viene chiamata ‘prana’.

Questa esperienza particolare fu quindi per me una conseguenza e una scoperta,non un fine.

In conclusione di questo breve racconto, di questa piccola, ma sincera storia, ripongo a te, lettore, la domanda iniziale: quanto le nostre preghiere possono condizionare gli altri?

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